Dalla recente analisi del FIP Research & Data Analysis Department i campi da padel in Italia sono 10.017. Un risultato che ha permesso al nostro paese di superare per numero di impianti l’Argentina, e che testimonia la grande passione verso questo sport. Molti di questi campi sono frutto dell’esperienza di Favaretti Group, azienda veneta che opera nel settore delle coperture e tensostrutture da quarant’anni. Per conoscere da vicino questa eccellenza italiana, e soprattutto per trovare risposta alle domande più comuni che molti di noi si fanno, abbiamo intervistato il direttore generale Filippo Favaretti.
“L’azienda Favaretti nasce negli anni 80 grazie a mio nonno Carlo, e inizialmente portava avanti diversi business, tra cui quello delle coperture per piscine: settore che seguiamo anche oggi. Negli anni si è evoluta fino ad arrivare a quella che è la configurazione attuale, che vede una parte di business dedicato sempre al mondo ‘acqua’ e un’altra parte che si occupa di tensostrutture, quindi impiantistica sportiva, e costruzione di coperture in acciaio per i più svariati ambiti, tra questi anche la realizzazione e di campi da padel veri e propri“.
Quali sono le caratteristiche vincenti dei vostri progetti?
“Uno dei punti di forza di Favaretti Group, forse quello principale, è quello di essere un’azienda ‘one stop shop’, come dicono gli anglosassoni. Possiamo seguire il cliente da quella che è la fase preliminare, quindi fornendo la nostra consulenza sul cosa, come e dove, fino alla realizzazione vera e propria. Non solo della copertura e dei campi, ma di tutto il pacchetto. Tendenzialmente il nostro obiettivo, ed è quello che cerco di far capire ai nostri clienti e allo stesso tempo ai nostri collaboratori, è di essere dei partner del cliente, quindi di costruire un progetto assieme, dalle fondamenta fino ad arrivare poi all’inaugurazione“.
Tecnicamente ed economicamente cosa e quanto occorre per costruire un campo?
“Se parliamo di un campo da padel punto e basta, il prezzo è variabile non soltanto per il produttore, ma anche per il tipo di modello di campo. Poi dipende dalla tipologia: indoor, outdoor, ecc. Diciamo che per un campo certificato, garantito e di buon livello siamo sui 30.000. euro, a cui va aggiunta però la platea (la base in cemento armato, dove poggia il campo) di cui noi diamo progetto e dimensionamento, che costa un altro 10/15.000 euro a seconda della zona. Il campo è una struttura che occupa uno spazio di dieci per venti, poi è chiaro che per costruire un club devi anche ovviamente pensare ai servizi accessori. Per installare un campo da padel bastano 210 metri quadrati. Per quanto riguarda la pratica per i permessi, consigliamo di mettere tutto in mano ad un geometra di parte, per garantire e certificare la conformità del lavoro“.

Quanti campi ha costruito Favaretti fino ad oggi?
“È una bella domanda, alla quale però non riesco a rispondere. Non tengo conto dei campi che abbiamo installato. Direi comunque abbondantemente sopra le migliaia“.
Qual è il posto più strano dove avete installato un campo?
“Adesso, per esempio, ne abbiamo installato uno, con il nostro dealer americano, in un’isola sperduta, nel mezzo del niente a Mystic Island, per un cliente molto particolare che ha voluto un campo nella sua isola privata. È stato emozionante anche installare i campi all’esterno dell’Hard Rock Stadium di Miami in occasione del Miami Open“.
Quanto dura mediamente il tappeto sul quale giochiamo?
“La durata del tappeto dipende molto da due fattori: quanto lo si usa, chiaramente più lo si usa meno dura, e soprattutto la manutenzione. Il tappeto è una superficie delicata che viene protetta utilizzando la sabbia. Se nei mesi di utilizzo non viene nuovamente intasato, quindi non viene riportata quella che è la quantità prestabilita di sabbia, le fibre del tappeto si rovinano in maniera prematura e quindi si può rovinare prima del previsto. Indicativamente, per quella che è la mia esperienza, può durare tre anni. Poi può andare avanti anche cinque, ci mancherebbe altro, però se vogliamo rimanere su un prodotto dalle alte prestazioni dire appunto tre anni“.
Un buon rimbalzo della palla è sinonimo di campo di qualità?
“In realtà il rimbalzo può essere ‘sincero’ o meno a seconda di molti fattori, non c’è un rimbalzo giusto e un rimbalzo sbagliato. Dipende dalla platea sotto, un cemento più duro o più morbido fa rimbalzare la pallina in maniera diversa. La quantità di sabbia cambia completamente la qualità del rimbalzo, perché su un campo pieno raso di sabbia ovviamente va più veloce. La velocità del rimbalzo è data dal materiale duro, in questo caso la sabbia. Se non si vuole mettere tanta sabbia, è sicuramente più lento perché a quel punto la pallina ha più impatto sul riccio. Quindi non c’è una risposta giusta. Quando lo si usa tanto, e la sabbia non risulta ben distribuita, è arrivato il momento di dare una spazzolata. La sabbia va sempre tenuta costante su tutta la superficie“.
Parliamo di vetri. Si possono rompere?
“Non succede di frequente. Il vetro, come qualsiasi materiale soggetto a colpi, può in effetti rompersi. Quello che è assolutamente importante è che il cristallo utilizzato sia sicuro e certificato. Nel caso di vetro temperato, se si rompe si frantuma in migliaia di pezzi e quindi si polverizza senza creare delle lame di vetro che a quel punto potrebbero diventare pericolosissime. In alternativa si utilizza il vetro stratificato. Una doppia lastra di vetro con in mezzo una pellicola di un particolare materiale che impedisce che questo crolli. Come nel caso di un cruscotto dell’auto, può rompersi senza crollare. Bisogna essere molto scrupolosi da questo punto di vista, anche per la struttura metallica che deve essere certificata, garantita e rispettare le normative molto stringenti che abbiamo in Italia“.
La burocrazia italiana è un freno per chi vuole costruire dei campi da padel?
“Se mi facevi questa domanda tre o quattro anni fa ti avrei risposto di sì, perché effettivamente ha rallentato molti imprenditori. Oggi, che il territorio italiano vede molti campi installati, direi che questo problema non esiste più. Certo la burocrazia è sempre noiosa, però sta aiutando anche a fare una scrematura e a mettere in un angolo chi è entrato in questo mondo senza alcun tipo di capacità“.